Come lo stesso Lima Barreto
ci informa, i suoi resoconti di viaggio nella Repubblica degli Stati Uniti di
Bruzundanga furono pubblicati sul settimanale «A.B.C.» e riuniti in volume nel
1917. Tuttavia, l’editore carioca Jacinto Ribeiro dos Santos avrebbe dato il
volume alle stampe solo nel 1922, poco dopo la morte dell’autore. I testi che
compongono Os Bruzundangas sono
dunque ascrivibili al genere della crónica, una tipologia testuale di frontiera, tra giornalismo e
letteratura, che in Brasile ha avuto particolare diffusione ed eccellenti
cultori. Eppure, per buona parte della critica letteraria il genere della crónica è rimasto a lungo alla periferia
del sistema letterario nazionale. Ma come scrive il critico brasiliano Antônio
Cândido in un saggio significativamente intitolato A vida ao rés do chão (in italiano La vita al pianterreno), «in un paese come il Brasile, dove si
tendeva a identificare la superiorità intellettuale e letteraria con la
magniloquenza e la raffinatezza grammaticale, la crónica ha operato miracoli di semplificazione e naturalezza».
Un
genere minore, dunque, coltivato in questo caso da uno scrittore già di per sé
ai margini del circuito letterario brasiliano della Belle Époque.
[…]
Per contenuto, genere e stile, dunque, la satira-reportage dalla terra di
Bruzundanga costituisce una delle opere più eccentriche di Lima Barreto, in
genere trascurata dalla critica proprio a causa del formato dichiaratamente
giornalistico e frammentario delle crónicas,
nonché dal mancato riconoscimento dei meccanismi di produzione del discorso
satirico.
Più
recentemente, il processo generalizzato di revisione dei canoni in atto negli
studi letterari e la conseguente apertura verso generi di scrittura ibridi,
così come il recupero di dimensioni spesso escluse dall’analisi letteraria,
hanno promosso il sorgere di nuovi approcci critici all’opera di Lima Barreto.
La rilettura del canone letterario brasiliano volta a rintracciare la
costruzione e la rappresentazione dell’identità afro-brasiliana nella
letteratura nazionale è una delle recenti vie di recupero di questo autore che
ha sempre denunciato i fenomeni di discriminazione e razzismo presenti nel
Brasile della República Velha (la Prima
Repubblica, 1889-1930).
Anche
gli aspetti considerati in passato come i più negativi di Os Bruzundangas offrono oggi materia di riflessione per
rivalutarne la forza espressiva, l’originalità e la modernità. Di fatto, le
critiche mosse a certe scelte stilistiche e formali di Lima Barreto spesso non
hanno tenuto conto delle premesse ideologiche del progetto letterario
dell’autore. Come sostiene Roberto Vecchi, alcuni suoi aspetti, quali per
esempio l’eccesso di ripetizioni o l’incorporazione di tratti tipici
dell’oralità, rispondono al desiderio di adottare un’estetica popolare volta
alla «desacralizzazione del testo letterario». Si tratta dunque di soluzioni
ben precise, mirate alla sperimentazione letteraria in senso ampio. Il formato
giornalistico si trasforma così nel laboratorio ideale in cui forgiare
strumenti espressivi efficaci nella lotta contro i canoni letterari dell’epoca,
incentrati principalmente sull’estetica parnassiana. Tra i suoi obiettivi, di
certo lo smantellamento di concezioni e pratiche eccessivamente elitarie della
fruizione letteraria e quel miracolo volto alla semplificazione e alla
naturalezza che, secondo Antônio Cândido, la crónica avrebbe contribuito a operare in Brasile.
Tratto dalla Postafazione di Jessica Falconi, traduttrice e curatrice dell'opera.
Nella terra di Bruzundanga di Lima Barreto, volume 7 della collana Gli Eccentrici diretta da Loris Tassi, è disponibile sul sito di Edizioni Arcoiris all'indirizzo
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