lunedì 25 marzo 2013

America Latina: l'identità e la maschera


Questo libro, ormai un classico degli studi ispanoamericani, propone in modo avvincente e chiaro un'indagine dei meccanismi con cui l'America Latina cerca e costruisce se stessa attraverso la letteratura. Senza cedere a tentazioni esotizzanti, l'autrice traccia una guida per orientarsi in un mondo dove si costeggiano le foreste dell'Orinoco e la Biblioteca di Babele e dove la realtà ha dilatato i suoi confini fino a inglobare le più stravaganti meraviglie e i più inaccettabili orrori. In questa prospettiva, vengono rintracciati nei testi temi e forme che hanno modulato in maniera particolare alcune tendenze costanti della letteratura latinoamericana: il trauma irrisolto della Conquista; gli opposti miti spaziali della selva e della città; la formulazione di archetipi che scaturiscono dall'emarginazione (l'indio, il gaucho, l'immigrante); le tracce nella scrittura dell'esilio e del silenzio imposti dalle dittature; l'umorismo nelle sue declinazioni più imprevedibili.


Rosalba Campra ha insegnato Lingua e Letterature Ispanoamericane come professore ordinario a "La Sapienza" Università di Roma e tenuto corsi e seminari in diverse università straniere. Autrice di romanzi e racconti, ha pubblicato numerosi saggi sul fantastico, sul tango, su problemi di teoria letteraria e sulla narrativa ispanoamericana contemporanea.


lunedì 4 marzo 2013

Bagliori estremi - presentazione libro




Mercoledi 6 marzo 2013 ore 19

presso la Libreria Giufà
via degli Aurunci 38

presentazione dell'antologia

Bagliori Estremi.
Microfinzioni argentine contemporanee


a cura di Anna Boccuti, Edizioni Arcoiris, Salerno 2012


interverranno 

Rosalba Campra (critica letteraria, ispanoamericanista, scrittrice)
Dario Pappalardo (giornalista di Repubblica)
Anna Boccuti (ricercatrice)
Letture di Kira Jalongo



Ana María Shua
n. 6

Nella foresta dell’insonnia non è necessario addentrarsi. Mi cresce tutt’intorno. Non ci sono animali più feroci dei grilli. In una radura, mi sembra di intravedere il sonno. Per non svegliarlo, mi avvicino lentamente, attutendo il rumore dei miei passi. Tuttavia, quando raccolgo la rete, è vuota. Per trovare di nuovo la strada ho molte risorse: contare gli alberi del bosco, dimenticarli, concentrarmi sul corso delle acque di un fiume, prendere un caffellatte (varie tazze), ricordare all’indietro o in avanti. Nel frattempo, per un attimo, mi distraggo e il sonno si avventa su di me. Mi addormento così felice da non ricordare neanche più chi fosse il cacciatore e chi la preda.